La richiesta è partita dalla compagnia che da anni al Menotti porta in scena gli spettacoli, per dare un segnale al mondo.
Nato da un sottoscala e con il rischio di essere trasformato in Garage, il Teatro Menotti di Milano è salvo e si chiamerà presto Teatro Filippo Perego, in onore dell'architetto che, da buon mecenate, lo ha salvato.
E' una storia a lieto fine quella della sala storica milanese, ex cinematografo negli anni '30 e poi Teatro dell'Elfo fino al 2010, fino al rilevamento dell'affitto da parte di Tieffe Teatro. Poi la decisione della proprietà, tra cui figura anche Fondazione Cariplo, di venderlo, con la possibilità di vederlo trasformare nell'ennesimo parcheggio interrato di Milano.
Come si sia passati dal “baratro” della chiusura ad un inaspettato futuro ce lo hanno raccontato i protagonisti della vicenda: Massimo Lacerenza, rappresentante legale del Trust, Filippo Perego che ha acquisito lo stabile ed Emilio Russo, direttore artistico del Menotti. Nel mezzo, migliaia di persone che tramite una petizione su Change.org hanno chiesto che il Teatro venisse salvato.
L'acquisizione è stata lenta e articolata
“E' stata innanzi tutto la mobilitazione popolare a fare da spartiacque, spingendo l'ex proprietà ad ammorbidirsi sul prezzo e ad incuriosirci – ha spiegato Lacerenza –; noi come trust siamo stati contattati ad ottobre, Perego è sempre stato un uomo pronto ad operazioni simili, a raccogliere richieste di soccorso, ma lo ha sempre fatto nel più totale anonimato. Ha deciso questa volta di uscire allo scoperto, essendo un uomo dell'aristocrazia milanese che era abituato a frequentare i grandi Teatri di Milano, meno quelli più piccoli, per spingere i suoi amici e conoscenti a prendere parte ad iniziative come questa”.
L'acquisizione non è stata semplice, i tempi sono stati lunghi e i passaggi articolati, ma nonostante ciò “non abbiamo letto incertezza e vittimismo nella compagnia – ha precisato il manager – anzi, hanno scelto una grande programmazione e dimostrando tanta passione ci hanno convinto di aver fatto la scelta giusta”.
Infine, scampato un “intoppo che ha rischiato di far saltare tutto, poi rientrato, di cui non darò i dettagli”, Lacerenza ha raccontato di come al termine dell'ultima riunione prima della stipula formale “il direttore artistico del Teatro era commosso”, quando siamo usciti da quella sala mi ha detto: “è la prima volta che sento un sostegno così forte in un ambito così trascurato come la cultura, in particolare in Teatro, era evidentemente sorpreso”. Ed è probabilmente in quel momento che Emilio Russo e il resto della compagnia hanno pensato che il mecenate meritasse di dare il suo nome al Teatro che ha salvato. “Ci hanno spiegato che chiamarlo Teatro Filippo Perego sarà dare un segnale al mondo sul fatto che qualcosa di importante è accaduto – ha concluso Lacerenza – che loro come compagnia sono pronti a cambiare qualora ce ne sia bisogno”.
Una battaglia per tutte le persone che amano questo teatro
Una battaglia di valori, di cultura, di duro lavoro, quella portata avanti dalla compagnia Tieffe, che poco prima dell'intervento di Perego era pronta a impegnarsi con un esoso investimento tramite prestito, per poter rilevare il Teatro in autonomia. Poi la svolta e, ora, lo sguardo verso il futuro.
“Abbiamo capito che la situazione poteva essere risolta quando ci siamo accorti che non era una battaglia per la nostra sola sopravvivenza, ma che sarebbe proseguita comunque perché le persone amano questo luogo”. Così ha iniziato a parlare dell'evoluzione della vicenda Menotti Emilio Russo, direttore artistico della compagnia da decenni.
Russo ha spiegato: "Quando l'assessore alla cultura di Milano mi ha detto che il Teatro era di interesse pubblico, noi ci siamo sentiti incaricati di una missione e quindi siamo diventati più forti. Erano pronti a tutto, quello che stava accadendo ha toccato il cuore di Perego e noi siamo rimasti inizialmente spiazzati, poi abbiamo capito che l'ipotesi era concreta e abbiamo incontrato la proprietà e il Trust Filippo Perego. La compagnia si sente responsabile di una missione, e dell'essere all'altezza di questo incarico”.
Infine ha ribadito la decisione di cambiare il nome a quella sala che tanto gli è cara, “un scelta che ho proposto io ed è stata accettata, perché voglio che sia la narrazione di quanto accaduto, un segno inciso nella storia”. Forse uno degli unici teatri che porterà il nome di una persona che ne ha siglato l'acquisto, il futuro Teatro Perego sarà presto oggetto di riqualificazione, in particolare del foyer con il tocco dello stesso architetto Perego e con la realizzazione di una piccola nuova sala.
A tutto ciò, promessa degli addetti ai lavori, si affiancherà una programmazione di livello internazionale.
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